Che cosa è la musicoterapia? E’ una domanda ricorrente che le persone pongono spesso, a volte con una certa curiosità a volte con un po’ di scetticismo. Ritengo che un modo efficace per comprendere il significato di un temine, sia prendere in considerazione l’etimologia della parola stessa.
Terapia deriva dal temine greco: terapeuo che significa aiutare, prendersi cura.
Musicoterapia significa quindi prendersi cura attraverso la musica.
Il termine terapia non significa “cure farmacologiche di esclusiva competenza della classe medica” come, a volte, viene frainteso, ma ogni tipo di cura che, ovviamente non sostituisce la cura medica.
L’area della musicoterapia ha quindi un accezione molto ampia. Ogni fruizione musicale come cantare, suonare, ballare, ascoltare può aiutare la persona nel proprio percorso umano.
Tuttavia quando si parla di musicoterapia come disciplina, come attività terapeutica, che ha una sua strategia e come obiettivo un processo di trasformazione, bisogna considerare il ruolo centrale della relazione terapeutica, oltre che del medium sonoro e musicale, e prendere in considerazione la persona del musicoterapeuta e di conseguenza il rapporto tra quest’ultimo e il paziente.
Cosa fa il musicoterapeuta? Molti hanno l’idea che i brani musicali possano essere usati come farmaci da somministrare per la cura di un disagio fisico o psichico come se esistesse una sorta ricettario.
No, la pratica professionale è molto più complessa. Il musicoterapeuta innanzitutto deve considerare il contesto dove opera, deve avvicinarsi al paziente o al gruppo di pazienti e iniziare a tessere relazioni.
A secondo della situazione organizzerà un setting differente e strategie differenti.
I suoi obiettivi fondamentali saranno:
- Facilitare l’espressione di emozioni, sentimenti e contenuti psichici che possono emergere con e attraverso la musica e che altrimenti rimarrebbero congelati con relative conseguenze psicologiche.
- Facilitare la comunicazione che potrebbe essere difficoltosa (a volte, per esempio, il linguaggio verbale è assente) mentre attraverso il linguaggio musicale trova il modo di comunicare profondamente con il musicoterapeuta e con i componenti del gruppo, quando l’attività si svolge collettivamente.
Esprimersi e comunicare è essenziale per poter elaborare il proprio mondo interiore conscio ed inconscio e realizzare un integrazione e un armonizzazione di sentimenti contrastanti che generano angoscia e tensione.
Aree d’intervento, aree di ricerca, competenze professionali, risultati della pratica musicoterapica saranno presentati nelle prossime esposizioni.
ArpamagicA
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