Dislessia e Musicoterapia sono più vicine si quanto si possa pensare, tutto dipende dall’approccio.
Cos’è la dislessia e come interagisce con la musica
La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento che consiste in una difficoltà di acquisire
la capacità di leggere e può avere una eziologia complessa, sia da un punto di vista neurologico sia da un punto di vista psicologico.
A nostro avviso l’incremento del disturbo nella popolazione scolastica odierna è da considerarsi anche come fenomeno socioculturale.
Antonio Montinaro sostiene che “la presenza di deficit fonologici e senso motori nei bambini con dislessia, suggerisce la possibile efficacia di un training, supportato dalla musica, nella riduzione dei problemi di lettura e nello sviluppo della capacità di elaborazione uditiva”.
I bambini che sviluppano in età scolare il disturbo dislessico hanno generalmente difficoltà fonologiche nella prima infanzia, questo vuol dire che da un lato presentano difficoltà di articolazione dell’apparato fonatorio e dall’altra una difficoltà di percezione fine del fonema e del suono in generale.
L’apparato uditivo e quello fono articolatorio interagiscono e si sollecitano vicendevolmente per affinare le competenze linguistiche in generale.
Una sollecitazione uditiva, data da un training musicale adeguato, va a supportare la capacità percettiva che promuoverà l’elaborazione uditiva e, dopo un processamento neurologico, andrà a sollecitare la competenza fonologica.
Musicoterapia e supporto ai disturbi di apprendimento
Arpamagica si è occupata in questi decenni della capacità della musicoterapia a supporto dei disturbi di apprendimento, soprattutto della dislessia, osservando empiricamente, nella propria esperienza, sostanziali miglioramenti di bambini ma anche adulti nella capacità relativa alla lettura dopo un training adeguato e secondo le attività e le tecniche messe a punto dal proprio team di ricerca.
Perché abbiamo parlato di un problema socio-culturale? Perchè nella nostra società l’Ascolto è penalizzato da un sistema comunicativo che passa attraverso l’immagine visiva offerto dalla tecnologia, questo comporta una scarsa attenzione al messaggio uditivo con tutte le ricadute a livello sia neurologico che psicologico.
Ascoltare significa percepire le particolarità dei suoni che veicolano messaggi, vuol dire anche ascoltare un suono o una parola, ma anche un pensiero, non solo un’informazione, ma anche un contenuto. Vuol dire quindi sapersi mettere in contatto con le proprie e le altrui emozioni, significa mettersi in relazione, essere disponibile ad accogliere i contenuti che l’interlocutore intende comunicare. Ascoltare implica un’apertura alla relazione dove il versante emotivo ed affettivo gioca un ruolo fondamentale.
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